La durata del ricovero varia in relazione alle condizioni generali iniziali del paziente e alla risposta riabilitativa.
Abbiamo in sintesi due protocolli di ricovero.
FAST & SAFE
dedicato ai pazienti in buone condizioni di salute generali che si presentano all’intervento senza una grave compromissione della capacità motoria e trofismo muscolare buono
Questo protocollo prevede
1- mobilizzazione attiva e passiva, verticalizzazione (il paziente viene messo in piedi) e deambulazione assistita già il giorno dell’intervento o nel giorno successivo se l’intervento avviene al pomeriggio
2- permanenza in ospedale per massimo 7 giorni con programma di 2 sedute fisioterapia quotidiane
3- dimissione e prosecuzione fisioterapia ambulatoriale a cadenza giornaliera.
Alla dimissione il paziente deambula in carico anche sulle scale ed è autonomo per la normale gestione della vita quotidiana.
RICOVERO STANDARD
1- Mobilizzazione al letto passiva e attiva il giorno dell’intervento
2- inizio deambulazione dal giorno successivo
3- permanenza nel reparto di riabilitazione sino al 14’ giorno (due sedute giornaliere). Completa autonomia di movimento scale comprese alla dimissione
La terapia farmacologica da assumere per circa i primi 20 giorni consiste nella somministrazione quotidiana di eparina a basso peso molecolare per fluidificare il sangue e ridurre il rischio di trombosi venosa profonda. Talvolta sarà utile utilizzare calze antitrombo per circa 30 giorni.
L’artrite è un processo infiammatorio che coinvolge le articolazioni.
Distinguiamo una forma:
– ACUTA ed esempio da diffusione ematica di un batterio patogeno presente in altri distretti (ad esempio streptococco nelle infezioni delle vie respiratorie)
– CRONICO: tipicamente nelle artriti di origine AUTOIMMUNI quali la artrite PSORIASICA o REUMATOIDE
L’artrosi è un processo degenerativo cronico e ingravescente che porta l’articolazione alla distruzione della cartilagine articolare per usura meccanica e dismetabolismo loco regionale in assenza di sintomi sistemici.
Il dolore viene valutato secondo una Scala Analogica Visuale (V.A.S.) che va da 0 a 10.
I pazienti sottoposti a chirurgia protesica riferiscono un V.A.S. medio ta 0 e 4 quindi molto basso grazie ai protocolli anestesiologici che permettono anche piani terapeutici personalizzati.
Recenti dati provenienti dalla più importante società scientifica di Chirurgia Ortopedica Americana dicono che 85% delle protesi di anca impiantate sono ancora in sede e funzionanti dopo 20 anni.
Il dato si riferisce quindi a materiali prodotti oltre 20 anni fa ed è quindi ragionevole pensare che i materiali più evoluti impiantati attualmente abbiano una aspettativa di durata molto superiore.
In genere non più di 45-50 minuti per un intervento di primo impianto
Per le revisioni (rimozione di parte o di tutte le componenti protesiche e impianto di componenti nuove) la durata e diversa da caso a caso in relazione alla complessità
Ma la risposta che preferisco dare è: il tempo necessario a fare tutto al meglio per il paziente.
Attualmente la prevalenza degli interventi di protesi viene effettuata in anestesia loco-regionale (spinale) associata a sedazione (il paziente dorme).
Questo genere di anestesia a differenza della anestesia generale ha una azione sul controllo del dolore nelle ore successive all’intervento.
La anestesia spinale effettuata da Anestesisti che hanno quotidianamente esperienza con questa metodica è ottimamente tollerata dai pazienti.
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